Welgedacht Reserve, 15 novembre

dscn1330In mattinata diamo da mangiare agli animali. Tiriamo fuori dalla cella frigorifera le casse preparate ieri e le carichiamo sulle auto. Ci dividiamo in due gruppi: Michael, Tash, Vincent e Janet vanno al lato nord, io con tutti i rimanenti meno Jillian andiamo al lato sud. Lei non sta bene, probabilmente vittima di un colpo di calore, rimane in stanza a dormire.

Raggiunta la zona sud dei recinti cominciamo a dar da mangiare a Meg e Amy, le due leonesse che si trovano nel primo recinto, poi passiamo ai leoni Bobcat e Gabby, poi ai leoni Vayetse, Livia e Virginia. Seguendo l’ordine dei recinti passiamo alle iene a strisce Sparkie e Dhubba, e poi alle iene a macchie Maxi e Spanner.

dscn1543Giunti al successivo recinto con 5 leoni sorge un problema, anzi due. Nel recinto ci sono cinque leoni, due maschi e tre femmine, e per evitare che i maschi portino via il cibo alle femmine, vengono divisi. I maschi da una parte e le femmine dall’altra. Il primo problema è che Siam, uno dei leoni maschi vuole entrare nella parte dove ci sono già due leonesse che stanno mangiando. L’altro problema è che una delle leonesse non vuole entrare a mangiare. Dopo aver insistito un po’ di volte alla fine lasciamo i due leoni senza mangiare. Può sembrare una cosa cattiva, ma in fondo non lo è. I leoni liberi in natura non sempre riescono a mangiare, a volte saltano fin troppi pasti diventando eccessivamente magri. Questi leoni mangiano regolarmente ed in abbondanza. Se c’è un problema relativo all’alimentazione è che mangiano un po’ troppo. Soprattutto alcuni di essi. Se per una volta non mangiano non è un problema, non fa male.

Lasciati i leoni, raggiungiamo il recinto dei leopardi neri Duke e Kahn, e diamo da mangiare anche a loro. Mentre ci allontaniamo dal recinto dei leopardi notiamo un serpente nelle vicinanze del casotto (la visitor house) che stavamo pitturando due settimane fa. Secondo Georgie è abbastanza velenoso, una specie di cobra, ed è meglio non avvicinarsi troppo. Faccio una foto a distanza di sicurezza e poi raggiungiamo gli altri nella zona nord dei recinti.

Mentre il gruppo “nord” va a fare rifornimento di acqua da dare agli animali, noi torniamo indietro a rimuovere un po’ di recinzioni nelle vicinanze del campo base. Lavoriamo fino all’ora di pranzo.

dscn2158Dopo pranzo, tutti insieme, rimuoviamo l’ultima parte di recinzioni e filo spinato e poi andiamo ai recinti degli animali a svuotare e rifare le trappole per mosche. Si tratta in assoluto della cosa più orribile e disgustosa che abbia mai visto, e considerando che ho passato le ultime settimane facendo a pezzi diversi tipi di animali, vuol dire molto.

La trappola per mosche è un contenitore di plastica trasparente a forma di cono, dove viene messa acqua e alcuni pezzi di carne lasciati a marcire. E’ presente una apertura con una retina, fatta in modo che le mosche attirate dall’odore possano entrare, ma non riescano più ad uscire. Alla fine le mosche cadono nell’acqua e muoiono affogate.

Ogni due settimane la trappola, contenente ormai centinaia di mosche morte, viene svuotata in una buca, viene lavata e viene ripreparata con altra acqua e altra carne. La buca, scavata vicino ad un albero o a una pianta, contiene migliaia di mosche morte in acqua putrescente. Alla fine dell’operazione viene ricoperta.

dscn2407Per cena è previsto il potjiekos, il piatto locale con carne e verdure. Per l’occasione Kevin si unisce a noi. Lozanne, come da mia richiesta, chiede a Kevin se posso avere una maggiore interazione con i leopardi. Che in parole povere vuol dire entrare nel recinto e stare un po’ con loro. Glielo chiede nella loro lingua in afrikaans, per cui la domanda è piuttosto incomprensibile. Al contrario il “niet” di risposta, lo capisco anche io. Infatti poco dopo Lozanne mi dice che è spiacente, ma non è possibile farlo.

Visto che non accetto un no come risposta, almeno non senza una spiegazione, vado da Kevin e gli chiedo perché non è possibile farlo. Mi risponde che è troppo pericoloso, poi mi spiega il perché:

  • primo. Nikita è un leopardo di otto-dieci anni, il che vuol dire che è un leopardo anziano. E come tutti gli anziani non ama le persone nuove, per principio.
  • secondo. come quasi tutti i felini è estremamente territoriale, considera il recinto casa sua e gli dà fastidio che qualche estraneo si avvicini o ancora peggio entri. Guarda cosa fanno i leoni quando ti avvicini troppo al loro recinto (fanno segno di attaccarti perché non ti vogliono troppo vicino a quella che è la loro casa).
  • terzo non la sottovalutare perché la vedi alta così, un leopardo è molto più pericoloso di un leone perché ha un carattere molto più imprevedibile.
  • infine è velocissima, mentre tu fai un movimento, lei ne fa otto-dieci. Se ti salta addosso, forse non ti uccide, ma in due secondi ti cambia la faccia (e mentre dice questo fa i gesti di alcune zampate).

Mentre Kevin mi dice questo, tutti gli altri volontari stanno ascoltando con grande interesse, convenendo con sue affermazioni. Quindi sembra che dovrò rinunciare all’incontro con un leopardo. Peccato, almeno Nikita non sembrava così aggressiva e pericolosa.

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