Great Rift parte 2
3 agosto
Sveglia presto, alle 5:30 e colazione e alle 6:00 siamo pronti a partire. Oggi sono previsti due “game drive” nel parco, il primo dalle 6 alle 10 e il secondo dalle 16 alle 20. Arrivano due Land Cruiser tipo pickup modificati, completamente aperti con delle panche fissate nel vano bagagli. Ci dividiamo e prendo posto su una delle panche, l’auto termina all’altezza del ginocchio.
Partiamo ed entriamo nel parco. Il parco ha come confine naturale un fiume che impedisce agli animali di uscire. Gli unici che possono attraversarlo sono gli ippopotami e gli elefanti, tutti gli altri sono confinati dentro. Attraversiamo il ponte di ingresso e siamo dentro. Troviamo subito una famiglia di elefanti e possiamo così dare libero sfogo alle nostre macchine fotografiche. Con l’avanzare del giorno incontriamo zebre, giraffe, kudu, bufali oltre agli onnipresenti impala (la specie di antilopi presente nella zona). A questo punto mancano soltanto i leoni. Mentre giriamo, l’occhio esperto del ranger che ci accompagna nota i segni di nervosismo degli animali, e, indicando un punto lontano dice che lì c’è qualcosa. Facciamo il giro seguendo la strada e nel punto indicato troviamo due leonesse. Sono piuttosto lontane e a quel punto, anche se non si dovrebbe, abbandoniamo la strada per avvicinarci. Arriviamo ad una distanza di circa cinque metri, molto vicini, forse troppo considerando che l’auto è completamente aperta e che con due salti possono esserci in braccio. Facciamo un po’ di foto, e poi per non disturbarle ulteriormente andiamo via.
Finito il giro torniamo al campeggio dove ci ricongiungiamo con l’altra parte del gruppo che su l’altra auto ha fatto un giro diverso. Loro non sono riusciti a vedere i leoni e sono piuttosto invidiosi.
Pranziamo con pane tonno e formaggio e poi ne approfitto per fare un bucato. Una lunga doccia calda in dei bagni pulitissimi (si sarebbero rivelati i più belli e puliti della vacanza), e poi un po’ di riposo fino alle 16. Tra le chiacchiere relative alla notte trascorsa, risulta che erano tornati gli ippopotami; alcune ragazze sono preoccupate da questi “cosi” che si aggirano tra le tende. Nel primo pomeriggio compaiono nel campeggio numerose scimmie; stiamo bene attenti a tenere le tende chiuse per non farci portare via niente.
Alle 16 c’è il secondo game drive, cambiamo la formazione dei gruppi sulle auto e si riparte. Altre zebre, giraffe e soliti impala. In un grosso spazio aperto troviamo, che riposa comodamente sdraiato, un leone maschio; è piuttosto spelacchiato, ma gli facciamo ugualmente un sacco di foto. Più avanti alcune leonesse che vanno a caccia; ci sono anche i cuccioli. Assistiamo al tentativo di caccia delle leonesse che cercano di prendere delle giraffe, purtroppo con esito negativo.
Dopo che il sole è tramontato, si continua a girare per cercare qualche leopardo. Giriamo per quasi due ore, ma senza successo; avvistiamo solo qualche iena.
Tornati verso le 20, mangiamo al ristorantino del campeggio dove abbiamo prenotato una cena a base di pollo, riso e patate fritte, il tutto con abbondanti quantità di birra. Dopo cena bicchierino di liquore vicino alle tende e poi a dormire.
4 agosto
Oggi sveglia presto, alle 5:00. La partenza è prevista per le 6, ma dobbiamo anche smontare le tende e caricare i bagagli sul pulmino. Alle 6, in perfetto orario siamo pronti. Il capogruppo ci confessa di essere sorpreso dalla nostra efficienza e rapidità, per il primo smontaggio delle tende si aspettava dei tempi più lunghi. Lasciamo il South Luangwa, torniamo in Malawi per raggiungere il Kasungu National Park. Stessa strada sterrata dell’andata, e tempi lunghi per il passaggio di frontiera.
Appena rientrati in Malawi ci fermiamo in un mercatino per spese, servono il pane per il pranzo e gli ingredienti per condire la pasta a cena. Io ne approfitto per cercare qualche indumento caldo per la sera, in un negozietto che vende roba usata, trovo un giacchetto in pile, taglia XXXL che sembra essere caldo. Lo prendo per l’equivalente di circa tre dollari e mezzo. Trovo divertente il fatto che io, europeo, probabilmente mi sono ricomprato degli abiti usati donati dall’Europa. Poco dopo la ripartenza siamo costretti ad un’altra sosta: le strade dissestate dello Zambia sono state troppo per le sospensioni del pulmino, abbiamo una balestra distrutta. Ci fermiamo da un meccanico per le riparazioni.
La sosta dura circa due ore, durante le quali smontano la balestra danneggiata e, sostituendo le parti rotte, la rimettono in sesto a martellate. In fondo sono abbastanza veloci. Durante la sosta con un auto ci portano il bagaglio di Sergio che finalmente riesce a riprendere. Siamo tutti molto contenti, finalmente si potrà togliere quell’orribile camicia che porta da quattro giorni. Rimontata la balestra possiamo ripartire, ma le due ore di sosta non prevista ci faranno arrivare tardi al parco del Kasungu; anche questa sera monteremo le tende al buio.
Arrivati al campeggio del parco, montiamo le tende vicino ad un laghetto, probabilmente ci saranno ippopotami anche questa notte. Ci danno anche l’uso della cucina e di una sala da pranzo. La zona è senza corrente elettrica, dobbiamo provvedere noi all’illuminazione con candele e torce, ma almeno abbiamo uno spazio riparato. Prepariamo la cena, dopo aver tagliato le melanzane, mentre taglio le cipolle, riesco anche a tagliarmi un dito. Primo infortunio della vacanza (di una lunga serie). Ne segue una leggera discussione con Angelo, lui vorrebbe mettere qualche punto, io no. Non che lui veda la necessità di mettere dei punti, è che ha tutta l’attrezzatura adatta allo scopo e muore dalla voglia di usarla. Alla fine si arrende all’evidenza dell’assoluta inutilità di punti, e ci si limita ad una semplice fasciatura.
Ceniamo e dopo cena Luciano prende il liquore che ha portato dall’Italia. L’unico problema è che per paura di rompere le bottiglie ha versato il contenuto in dei flaconi che prima contenevano del collutorio, e che hanno conservato l’odore e il sapore del collutorio. E’ tutto da buttare, a questo punto, anche se avrei voluto conservarla per un altra occasione, prendo la bottiglia di rum che ho portato io. Finisce in un attimo. Due chiacchiere e poi tutti a dormire.
5 agosto
La mattina sveglia alle 5:30, ci alziamo tutti stanchi: è stata una notte molto umida e ha fatto freddo, abbiamo dormito tutti malissimo. Quasi tutti, Angelo che sembra completamente insensibile al freddo ha dormito benissimo, ma forse è l’unico. Personalmente sono un po’ preoccupato, se abbiamo avuto tanto freddo qui, staremo malissimo al Nyika che si trova ad un altitudine di oltre 2000 metri.
Per la mattina è previsto un game drive di circa tre ore all’interno del parco. Questo lo faremo con il nostro bus. Sono ore di giri dove non si vede assolutamente niente, l’unica preoccupazione è la presenza della mosca tse-tse che può portare la malattia del sonno, mortale e di cui non esiste una vera cura. Al termine del giro Katia esprime ad alta voce il pensiero di tutti “Abbiamo girato per tre ore come la merda nei tubi: a vuoto!”. Si vocifera che il parco stia per chiudere, considerata l’assenza di animali, non mi sembra un gran danno. Non ci piangeremo sopra.
Tornati alle tende smontiamo il campo e carichiamo tutto sul bus, è ora di partire: destinazione lago Malawi, Nkhata Bay. Il lago si trova a circa 500m sul livello del mare, dovemmo stare bene come temperatura. Solito tragitto sulle strade sterrate del Malawi che ci riempie completamente di polvere. Noi e i bagagli. Lo ribadisco, per i bagagli devo trovare una soluzione.
Arriviamo al campeggio sulle rive del lago che è già buio, e, come al solito ci tocca montare le tende utilizzando le torce. Abbiamo completa libertà nel posizionare le tende, la mia la metto sulla spiaggia in riva al lago, con l’apertura verso l’acqua: in questa posizione domani mattina potrò vedere il sole che sorge dal lago.
L’idea piace anche a Laura e Sergio che posizionano le rispettive tende nello stesso modo. Dormiamo tutti in tenda, ma il capogruppo ottiene l’uso di due lodge per poter utilizzare bagni e docce. Finalmente una bella doccia calda. Prepariamo quella che sarà in assoluto la peggiore cena delle vacanze, c’è vento e il fuoco non riesce a far bollire l’acqua; stufo di aspettare, qualcuno ha la brillante idea di calare gli spaghetti prima (molto prima) che l’acqua bolla. Risultato: una colla mezza scotta, mezza cruda e immangiabile. Peccato, perché il sugo a base di peperoni e melanzane era venuto veramente bene, ed era buonissimo. Talmente buono che sarà una preparazione che ripeteremo spesso, nelle serate successive. Ad accompagnare la cena la solita
birra con liquore alla fine.
Dopo le scarse ore di sonno della notte precedente siamo tutti stanchi e andiamo a dormire abbastanza presto.
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