Welgedacht Reserve, 9 novembre
Sveglia, colazione e pronti per le 8:00. Oggi è sabato ed è prevista la passeggiata per la riserva. Quella di oggi dovrebbe essere particolarmente emozionante perché nelle vicinanze c’è un ghepardo e proveremo ad avvicinarci per vederlo. Il ghepardo, che di solito si trova lontano da questa zona, ha un collare con un GPS che periodicamente segnala la sua posizione. Da una parte è un bene perché possiamo sapere all’incirca dove si trova, dall’altra è un male perché la segnalazione delle posizione non è continua ma ad intervalli di tempo piuttosto lunghi, e considerando che nel frattempo si muove, quel “all’incirca” può essere un’area piuttosto vasta. In ogni caso, considerando che il ghepardo è l’unico grosso felino che (di solito) non attacca l’uomo, abbiamo tutti un gran desiderio di un incontro ravvicinato.
Parto con scarpe alte e resistenti e consueta scorta d’acqua per quella che sarà una lunga passeggiata. Dopo circa una mezz’oretta di cammino arriviamo nella zona in cui dovrebbe essere il ghepardo e saliamo su una collina per avvicinarci all’animale. I ranger che ci accompagnano, consultando l’apposito strumento verificano le coordinate per stabilire che nel frattempo il ghepardo si è spostato sulla collina di fianco. Scendiamo quindi dalla collina con un lungo giro per salire sull’altra per accorgerci che nel frattempo si è spostato nuovamente. Dopo circa due ore in cui giriamo in tondo, salendo e scendendo tra le colline, ci rendiamo conto che il ghepardo è andato via. Evidentemente non si è voluto far vedere, sentendo la nostra presenza ha preferito spostarsi da un’altra parte, e alla fine è andato via. Ci rimettiamo quindi sulla strada di casa, e dopo un’altra mezz’oretta siamo al campo base.
Alla fine, anche senza l’avvistamento del ghepardo, è stata una bella mattinata, con una passeggiata, o meglio camminata, di oltre tre ore per la riserva. Arrivati al campo base, doccia, pranzo con gli avanzi di ieri sera, e pomeriggio libero.
Nel pomeriggio finalmente faccio vedere la gamba che non migliora, diagnosi: due belle infezioni. Belle, per modo di dire. Cosa è successo? Circa una settimana fa, poteva essere sabato o domenica, non ricordo, qualche ragno o qualche insetto mi ha punto. O morso. Sul momento non mi sono accorto della cosa, ma evidentemente avrò avuto prurito e mi sono grattato. E altrettanto ovviamente, ha fatto infezione.
Ho aspettato qualche giorno, sperando che la cosa migliorasse, ma non solo non è passata, ma con il passare del tempo è aumentata diventando sempre più grossa e facendo sempre più male. Siamo arrivati al punto che mi fa male pure mentre cammino. E’ arrivato il momento di farla vedere. Anche perché non ho la minima medicina per una situazione del genere. Fortunatamente qui sono ben attrezzati per queste cose, e hanno una cassetta del pronto soccorso degna di un piccolo ospedale. Mi hanno dato un paio di pomate antibiotiche, una da mettere la notte e l’altra durante il giorno.
Prima di procedere alla prima applicazione della pomata, per documentazione storica, faccio anche una foto alla gamba infetta, con i due grossi rigonfiamenti a metà della coscia, per poter bene ricordare in futuro la situazione.
Passo il resto del pomeriggio nell’area comune, leggendo un libro. Qui, l'”old trading post“, quello che chiamo il nostro campo base è formato da varie costruzioni leggermente distanziate l’una dall’altra, immerse nel verde. L’area, per protezione, è recintata con dei fili metallici, dove in teoria dovrebbe passare la corrente elettrica. Poi, considerando che ci sono alcuni cani che entrano ed escono in continuazione scavalcando la recinzione, si è preferito non dare corrente ai fili. La recinzione, anche se non elettrificata tiene lontani dal campo i predatori, ma a quanto pare non impedisce ad un paio di facoceri di entrare.
In genere, nel tardo pomeriggio-serata, arrivano da queste parti un paio di facoceri che si mettono a mangiare l’erba. Arrivano nella parte posteriore del campo, più o meno dove c’è il recinto con gli sciacalli, e rimangono all’esterno, pronti a scappare quando qualcuno si avvicina. Oggi, poco dopo il tramonto del sole, ho visto le sagome scure dei due facoceri che come al solito mangiavano dalle nostre parti. Solo che uno mi sembrava particolarmente vicino, all’interno della recinzione. Avvicinandomi lentamente e con cautela (sono comunque dei piccoli cinghiali, possono diventare pericolosi), ho voluto verificare se fosse un effetto ottico oppure no. Il facocero, come mi ha visto, si è affrettato a scavalcare la recinzione per uscire e andare via. Era entrato all’interno del nostro campo, evidentemente la nostra erba è più buona di quella che c’è fuori. In serata braai come di consueto e poi a dormire.
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