Welgedacht Reserve, 8 novembre
Il programma della mattinata prevede di dare da mangiare agli animali e pulire i recinti. Ci dividiamo, o meglio veniamo divisi, in due gruppi, io e Brenda assegnati alla zona nord dei recinti, i rimanenti volontari alla zona sud.
Essere solo in due significa una maggiore quantità di lavoro, non solo quella più faticosa, ma anche quella più divertente. Se siamo qui come volontari è per prenderci cura degli animali e dargli da mangiare. Essere solo in due ti assicura di poter essere tu a prendere la carne da mettere in ogni singolo recinto. E’ grossa, pesante e piena di sangue, ma in fondo siamo qui per questo. Così Brenda ed io diamo da mangiare a tutti gli animali della zona nord. Personalmente.
Parlando dei recinti, in ogni recinto è presente un piccolo casotto in muratura posizionato lungo il perimetro. Il casotto è diviso in due e ognuna delle due parti ha due aperture, una all’interno del recinto, l’altra verso l’esterno. L’apertura dal lato esterno serve ai volontari e ai ranger per mettere il cibo all’interno del casotto, l’apertura dal lato del recinto serve per fare entrare gli animali per mangiare. Di solito gli animali mangiano all’interno del casotto e mentre mangiano viene chiusa l’inferriata permettendo ai volontari di entrare in sicurezza all’interno del recinto per le pulizie.
Quando gli animali hanno finito di mangiare, vengono liberati dal casotto in muratura. Una volta che sono usciti si chiude l’inferriata e si entra per le pulizie, rimuovendo ossa e avanzi di cibo. Questo si fa ogni volta che mangiano.
La pulizia dei recinti invece è a rotazione. Noi volontari ci limitiamo a pulire i recinti dei leoni e dei leopardi, perché quando mangiano sono tutti rinchiusi nei casotti in muratura. Le iene che sono più numerose, non vengono tutte rinchiuse, alcune (quelle meno aggressive) mangiano all’aperto, quindi la pulizia di questi recinti viene effettuata esclusivamente dai ranger.
Per la giornata di oggi i recinti da pulire sono quelli dei leoni anziani, Napoleon e gli altri. Sono pieni di ossa e escrementi. Le ossa ci sono perché non sempre i leoni finiscono di mangiare mentre si trovano all’interno del casotto in muratura. A volte si portano gli avanzi del pranzo al di fuori, per poterli poi finire con calma. Mettiamo le ossa e gli escrementi in secchi distinti che poi saranno vuotati in bidoni separati. Le ossa e avanzi di carne avranno un destino diverso, in termini di riciclo, dai semplici escrementi.
Vista la giornata caldissima, ed essendo vicino al colpo di calore, salto il pranzo e mi limito a prendere tre grossi bicchieri di succo d’ananas. Probabilmente queste due cose mi hanno salvato.
Nel pomeriggio andiamo a raccogliere altro filo spinato. Questa volta è più dura e difficile delle volte precedenti perché, oltre alle matasse già arrotolate, c’è anche quello steso per terra, sepolto dall’erba che nel frattempo è cresciuta sopra. Per cui bisogna tirarlo su strappando l’erba. Le prime volte che raccoglievo il filo spinato mi preoccupavo molto delle condizioni, essendo del filo di ferro arrugginito e non essendo sicuro se la mia antitetanica fosse ancora valida, prestavo molta attenzione e lavoravo esclusivamente con i guanti da lavoro. Ultimamente, ho preso più confidenza con l’attività, e visto che i guanti da lavoro non sono sempre disponibili, ho imparato a maneggiare il filo spinato a mani nude. Mantenendo comunque le dovute cautele.
Tornati al campo base, passo il resto del pomeriggio nel recinto degli sciacalli leggendo un libro. Volendo abituarli alla mia presenza, cerco di passare lunghi periodi all’interno del recinto, e per non annoiarmi mi porto un libro da leggere. Oggi in realtà non ho potuto leggere molto, perché è arrivato il cane “Frinz” che si è messo a fare un giro intorno al recinto.
I due piccoli sciacalli si sono messi a seguirlo lungo la rete, come per giocare con lui, quando alla fine l’ho fatto entrare all’interno del recinto, si sono messi a giocare tutti insieme. Non pensavo che un cane potesse giocare con degli sciacalli, ma mi avevano detto di farlo entrare perché erano amici, ed in effetti era vero. Il piccolo cane (di dimensioni) si trovava perfettamente a suo agio con i piccoli sciacalli (quasi cuccioli). Forse pure troppo visto che si è messo a fare i bisogni all’interno del recinto. Questo magari era meglio se evitava di farlo.
Terminata la mia permanenza nel recinto degli sciacalli raggiungo gli altri per la cena, il potjiekos, a base di spezzatino con verdure cotte sulla brace e riso bianco. Poi a dormire.
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