Welgedacht Reserve, 6 novembre
Mattinata caldissima, la prima parte la spendiamo seguendo altri test con gli animali. In questo caso, a differenza del solito, gli animali sembrano non essere interessati alla cassa col cibo. In particolare i leopardi neri. I due leopardi Duke e Kahn non sono nemmeno interessati ad uscire dal casotto in muratura, evidentemente fa troppo caldo e dentro è più fresco. Inoltre, avendo mangiato ieri, non sembrano particolarmente affamati.
I due leopardi neri più grandi, Coal e Nikita sembrano altrettanto disinteressati. Coal si stende all’ombra del casotto in muratura e rimane lì. Nikita, dopo aver annusato un paio di volte il contenuto della cassa, decide che è più interessante andare a bere un po’ di acqua, e poi torna all’interno del casotto in muratura. Natalia sembra abbastanza infastidita da questa mancanza di collaborazione da parte degli animali, le stanno facendo perdere tempo e i suoi test non vanno avanti. A me viene da ridere per la situazione.
Con le iene va meglio, si dimostrano interessate al contenuto della casa, e quindi cercano il modo di aprirla per prendere la carne all’interno. E alla fine ci riescono. I leoni, come i leopardi neri, sembrano altrettanto disinteressati. Sembra che ci sia stato un party notturno, e tutti gli animali sono pieni e stanchi.
In linea di massima questi test forniscono risultati differenti a seconda della razza e l’età dell’animale. I leoni sono quelli che hanno più difficoltà ad aprire la cassa. In particolare quelli più anziani rimangono spesso a guardare la cassa con aria frustrata, sentendo l’odore della carne all’interno di essa, ma non sapendo come fare per raggiungerla. Provano a salirci sopra, a graffiarla con le unghie, ma molti di essi non arrivano a capire che devono tirare la corda per aprirla.
Al contrario i leopardi sono quelli che più velocemente arrivavano alla soluzione, soprattutto quelli più giovani. Le iene danno un risultato che è una via di mezzo tra quello dei leoni e quello dei leopardi. Natalia, facendosi aiutare da qualche volontario filma con due videocamere il test con gli animali, tenendo d’occhio l’orologio per verificare i tempi.
I ranger danno sempre tutti la massima collaborazione e il massimo supporto al progetto, anche se alcuni di essi possono nutrire qualche perplessità sulla validità del test e sull’interpretazione dei risultati. In fondo, come mi ha fatto notare qualcuno, per un animale tirare con i denti una corda può essere solo un gioco, e quindi l’apertura dello sportello può essere solo un caso, non un atto voluto.
La seconda parte della mattinata la trascorriamo tagliando gli alberi. In un avvallamento c’è una quantità enorme di alberelli, potrebbe essere un laghetto, ma gli alberi si bevono tutta l’acqua. Bisogna tagliarli in modo che il posto torni ad essere un laghetto e possa dare da bere agli animali.
Gli alberelli all’altezza della base, punto in cui tagliamo, hanno dimensioni variabili. Si va da quelli più piccoli di circa due centimetri, ai più grossi di oltre dieci centimetri di spessore. La dimensione più comune è di cinque-sei centimetri.
Sembra poco ma, utilizzando il machete come strumento, significa una notevole quantità di lavoro. Inoltre gli alberelli sono centinaia. Risultato dell’attività? Dopo un uso sconsiderato del machete mi ritrovo sulla mano una grossa vescica all’attaccatura del pollice. Vescica che scoppia dopo un altro po’ di lavoro. Per fortuna interrompiamo perché nel frattempo è giunta l’ora di pranzo.
Pranzo con la solita insalatina e pomodori, oggi, dato il gran caldo, è importante rimanere leggeri. Forse ancora più delle altre volte. Finita l’ora di pausa torniamo a tagliare gli alberi.
Questa volta, per non compromettere ulteriormente la mano, uso la sinistra. Riesco anche a rimediare come protezione un guanto da lavoro. Non ce ne sono tanti disponibili, ma un guanto sinistro (singolo) si trova. Mano sinistra e guanto da lavoro non danno dei grandi risultati, ma almeno un po’ di lavoro riesco a farlo.
In realtà il lavoro svolto non è tantissimo. Oltre all’utilizzo della mano sinistra, che già da sola mi fa rendere poco, faccio molte pause per riposarmi, per bere e per bagnarmi. Dato il gran caldo, per evitare un colpo di calore come quello preso la settimana scorsa, mi bagno frequentemente la testa e la maglietta. L’atto di versarmi l’acqua della borraccia sulla testa e bagnarmi tutto suscita in qualcuno degli ultimi arrivati una certa ilarità, se sapessero quello che ho passato la settimana scorsa, forse riderebbero di meno.
Verso le 17:00, completamente distrutti, interrompiamo finalmente il lavoro e torniamo al campo base. A fine giornata passo un po’ di tempo all’interno del recinto dei due sciacalli, con un libro. Il risultato con i due sciacalli è il solito, ma almeno il libro mi aiuta a far passare meglio il tempo. Unica cosa negativa, la posizione leggermente scomoda. Se vorrò fare di questa attività una cosa più continuativa, dovrò trovare il modo di stare più comodo.
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