Welgedacht Reserve, 5 novembre

dscn0554Dopo colazione, i nuovi arrivati, Michael e Tash, vanno alla zona nord dei recinti per l’orientamento. Noi “vecchi” volontari andiamo alla parte sud per dar da mangiare agli animali e per la pulizia dei recinti. Oggi sono compresi tutti i leoni, i leopardi neri e le iene. Per quanto riguarda le pulizie si tratta essenzialmente di spalare merda. Non è sicuramente un compito piacevole, ma prendersi cura dei leoni è anche questo. Come al solito leoni, leopardi e iene sono richiusi mentre noi entriamo nei recinti per le pulizie. Questo non vale per le iene a strisce che essendo paurosissime sono loro a scappare e a nascondersi quando noi entriamo.

A metà mattinata emergenza acqua perché la giornata caldissima e la sete degli animali hanno fatto si che prosciugassero quasi tutte le vasche dei recinti. Vado quindi con Ian, uno dei ranger, in una struttura abbandonata ma provvista di pozzo e pompa funzionante, dove riempiamo d’acqua fino all’orlo una cisterna di circa mille litri. Con questa torniamo verso la zona dei recinti.

dscn0804Altro problema, a metà percorso ci accorgiamo che una delle ruote del rimorchio con la cisterna è a terra. Quindi procediamo lentamente fino ad una zona abbastanza larga per farci raggiungere da un altra auto che ci porta la pompa per gonfiarla. Gonfiata la gomma ci accorgiamo che è bucata, con almeno quattro minuscoli fori da cui esce aria, è quindi una corsa contro il tempo per riempire le vasche dei recinti prima che sia di nuovo a terra.

Incominciamo con le leonesse Meg e Amy, per poi passare ai leoni Bobcat e Gabby, seguono i leoni Vayetse, Livia e Virginia che ci avevano accompagnato nella passeggiata con Kevin. Seguono poi le iene a strisce Dhubba e Sparkie, le iene a macchie Maxi e Spanner, i cinque leoni con Siam e Ishca, e i 5 boys, cinque leoni maschi che vivono insieme nello stesso recinto. Infine andiamo a parcheggiare la cisterna che ha la gomma quasi completamente a terra, e terminiamo di riempire le vasche degli altri animali utilizzando dei barili. Tra questi, i miei preferiti, i due leopardi neri Duke e Kahn.

Terminato di dare da bere agli animali, raggiungiamo gli altri che stanno finendo di svuotare le trappole per mosche. Non ho osservato bene e da vicino la cosa, ma non sembra un bella attività. Temo che prima o poi avrò modo di approfondire la cosa.

dscn0867Rientriamo al campo base per pranzo, e vista la giornata caldissima preferisco tenermi leggero. Mi accontento di una semplice insalatina con pomodori. Terminata l’ora di pausa torniamo a raccogliere un altro po’ di filo spinato abbandonato, nella zona dove eravamo stati ieri. Ci limitiamo ad un solo carico. Sulla strada del ritorno, un avvistamento interessante, uno struzzo. Interessante perché questo struzzo è abituato alla presenza dell’uomo e non scappa. Anzi, una volta fermata l’auto e spento il motore, si avvicina incuriosito fino a breve distanza. Poi si ferma rimanendo lì a farsi ammirare, dandoci tutto il tempo di fare qualche foto e qualche filmato.

Ah, giusto come nota, non è affatto vero che lo struzzo mette la testa sotto la sabbia quando è spaventato, è una leggenda metropolitana.

Terminata la parentesi con lo struzzo andiamo a scaricare il materiale raccolto, prendiamo Natalia, e andiamo ad assistere ad alcuni test con gli animali. Natalia è una ricercatrice americana che si trova qui per dimostrare l’intelligenza e la capacità di imparare di questi animali. Quasi tutti gli animali, a rotazione, sono coinvolti nei test, alcuni di loro anche diverse volte.

dscn0226I test, assolutamente innocui, necessitano come unico strumento di una grossa cassa di plastica rinforzata. La cassa è dotata di due sportelli a scatto e diversi buchi. Durante il test vengono messi dei pezzi di carne all’interno della cassa, e legata una corda alla chiusura dello sportello. Lo sportello è fatto in modo che, tirando la corda, si apre a scatto, rendendo disponibile il contenuto della cassa.

Il test coinvolge un solo animale, leone, leopardo o iena, alla volta. E si verifica se nel tempo a disposizione (se ricordo bene otto minuti) l’animale è in grado di capire che, tirando la corda, può avere la carne all’interno della cassa.

Il test, se l’animale è stato in grado di superalo, dopo un po’ di tempo viene ripetuto. Questo per vedere se l’animale è in grado di aprire la cassa in meno tempo della volta precedente, dimostrando di aver imparato cosa fare e di ricordare come farlo.

In alcuni casi, solo per gli animali che si sono comportati meglio, viene fatto un ulteriore test, questa volta con due animali alla volta, utilizzando il secondo sportello della cassa. In questo caso le corde legate sono due e devono essere tirate contemporaneamente dai due animali in direzioni opposte.

Finiti i test torniamo al campo e, prima della doccia serale, vado per una mezz’ora nel recinto degli sciacalli. Ovviamente vanno a nascondersi nell’angolo opposto. Non mi aspettavo nulla di differente. Se continuo a fare questo è perché cerco di abituarli un poco alla volta alla mia presenza. Non credo che riuscirò ad ottenere risultati significativi nei giorni a disposizione, lo faccio per iniziare un processo che forse qualcuno dopo di me potrà completare. E perché, anche se non si avvicinano, mi piace guardarli. Dopo tutto, a parte quello delle iene a strisce, questo è l’unico recinto dove posso entrare. Passata la mezz’ora, seguono nell’ordine doccia, cena e a dormire.

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