Welgedacht Reserve, 22 novembre
Venerdì, giorno in cui diamo da mangiare agli animali. Veniamo divisi in due gruppi, uno per la parte nord e uno per la parte sud dei recinti. Visto che molti preferiscono andare alla parte sud, c’è un rimescolamento delle persone. Alla fine, alla parte nord andiamo io, Janet e Andrew, accompagnati da Dee e Ian.
Incominciamo a dare da mangiare a Napoleon e compagni che creano subito dei problemi in quanto Tau, l’altro maschio, non vuole entrare nella parte chiusa dove c’è il cibo. Per adesso lo lasciamo stare. Passiamo alle iene e poi ai leopardi neri Coal e Nikita. Ho così il piacere di dare da mangiare per l’ultima volta ai “miei” leopardi. Passiamo quindi al leone Thor, che mangia al di fuori del casotto in muratura in quanto ha distrutto le inferriate.
Thor è un bellissimo leone bianco che divide il recinto con due leonesse. Si potrebbe quasi dire “beato tra le donne”, ma questa compagnia non ha migliorato il suo carattere. Kevin ha paragonato Thor a Macaulay Culkin, l’attore di “mamma ho perso l’aereo”. Ovvero qualcuno che era una star da giovane, ma poi quando è cresciuto nessuno ha più considerato. Allo stesso modo Thor da giovane ha partecipato a film e documentari, per poi finire ignorato da tutti. E a quanto pare non l’ha presa bene.
Tutti i leoni tendono a diventare più scontrosi con l’età, ma Thor non è solo scontroso, è molto di più. E’ un leone estremamente aggressivo e irascibile che non tollera minimamente che qualcuno si avvicini al suo territorio, ossia il suo recinto. L’altro giorno, mentre mangiava, non ha gradito che ci fosse qualche volontario che faceva delle foto e ha distrutto le inferriate del suo casotto. E a quanto pare non è nemmeno la prima volta che succede.
Vedere un’inferriata di ferro, con le sbarre spesse quanto un dito piegate per le zampate prese è piuttosto impressionante. Ti fa capire quale è la vera forza di un leone e che la rete intorno al recinto è una protezione poco più che simbolica. Se un leone dovesse essere veramente intenzionato a romperla, potrebbe farlo senza troppe difficoltà.
Avendo Thor reso inutilizzabile l’inferriata del casotto in muratura, non è possibile aprire l’altro sportello che dall’esterno del recinto consente di mettere il cibo all’interno del casotto. E’ quindi necessario lanciare la porzione di Thor sopra la rete. E far volare un pezzo di carne di circa dieci chili oltre i tre metri di altezza non è un impresa semplice. Ci pensano i ranger con più forza che, in piedi sopra l’auto, accorciano le distanze del lancio.
Dato da mangiare a Thor e agli altri leoni, procediamo con la pulizia dei recinti. Poi, una volta liberati i leoni, puliamo l’interno delle costruzioni in muratura, rimuovendo ossa e avanzi. Infine raggiungiamo gli altri volontari alla zona sud dei recinti.
Gli altri volontari stanno lavorando all’interno del recinto delle iene. Per le iene la rete metallica da sola non è una protezione sufficiente. Questi animali tendono a scavare delle buche nel terreno, come fanno i cani, bisogna impedire che lo facciano nei pressi della rete. Per questo si mettono delle grosse pietre alla base della rete, in modo che le iene non possano scavare in quella zona. In questo recinto, col tempo, alcune pietre sono state spostate. Bisogna risistemarle, seppellendole parzialmente nella terra in modo che non possano essere spostate.
I volontari che lavorano all’interno del recinto sono divisi in due gruppi. Un gruppo, armato di pala, sta facendo il lavoro vero e proprio sistemando le grosse pietre nel terreno. L’altro gruppo, tendendo delle recinzioni metalliche larghe due metri e alte uno e mezzo crea una barriera di protezione tra il gruppo che lavora e le iene. La protezione è necessaria perché le iene, prese singolarmente forse non sono particolarmente pericolose, quando sono in gruppo possono essere anche più pericolose dei leopardi (come diceva Kevin, i leopardi sono più pericolosi dei leoni, le iene sono ancora peggio).
Devo confessare che vedere gli altri volontari all’interno del recinto delle iene mi ha suscitato una certa invidia. Non tanto per il lavoro di scavo, quanto per la vicinanza alle iene. Anche se non sono belle ed eleganti come i felini sono comunque degli animali interessanti e mi sarebbe piaciuto vederle più da vicino. Non posso nemmeno dire sarà per la prossima volta, perché ormai siamo agli ultimi giorni e non ci sarà una prossima volta.
Mentre quel gruppo lavora con le iene, noi pensiamo a dare acqua agli altri recinti e a togliere le ossa e altri avanzi. Ho così modo di fare un altro set di foto ai gruppi di leoni. Mi soffermo in maniera particolare con Ishca, la bellissima leonessa bianca, unica femmina di questo colore tra i leoni di Kevin. Finito il lavoro ci riuniamo col resto del gruppo e torniamo al campo base per il pranzo.
Nel pomeriggio come prima cosa andiamo a raccogliere un altro po’ di recinzioni nello stesso posto di ieri. Non sarà una cosa lunga, il tempo è limitato, dovremo fare altre cose. Infatti dopo poco più di un oretta interrompiamo il lavoro e andiamo via, dobbiamo andare dalle iene a strisce Dhubba e Sparkie.
Ci sediamo distanziati l’uno dall’altro e dopo un po’ Dhubba, la più intraprendente delle due, fa un timido giro tra di noi. Si avvicina abbastanza a me, arrivando a circa un metro. Finito il giro, torna a nascondersi tra gli alberi.
Dopo un poco mi stanco di stare seduto in mezzo a vermi e scarafaggi, quindi mi alzo e vado via per fare qualche foto ai leoni. Inizio con Livia e Virginia, le leonesse che si trovano nel recinto confinante. Faccio diverse foto e qualche video mentre si alternano nello sgranocchiare un osso che deve essere avanzato dal pasto di oggi. Poi vado a fare qualche altra foto a Ishca, la leonessa bianca che si trova nel recinto dall’altro lato.
Infine torniamo al campo base, aspettando per andare a vedere il tramonto. Al ritorno dal tramonto, appena fuori dal campo base incontriamo Kevin che era venuto a salutarci, molti di noi lasceranno il campo lunedì prossimo, e non avendo altre occasioni per incontrarci, è venuto ad augurarci buon viaggio. All’arrivo al campo base, la cena è già pronta, un potjiekos ottimo come sempre.
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