Welgedacht Reserve, 21 novembre

dscn2258Durante la notte ho dormito poco a causa di una tempesta particolarmente violenta. Al mattino siamo senza corrente elettrica. La tempesta avrà fatto cadere qualche palo della luce, da qualche parte. Non possiamo fare altro che aspettare. All’inizio penso che in fondo non sia un gran problema, poi quando mi rendo conto che non si può nemmeno usare il bollitore dell’acqua e il caffè è freddo e imbevibile, penso che forse qualche problema c’è. Terminata la colazione, prima di andare alla zona con i recinti, salutiamo Vincent che oggi ci lascia.

Ci rechiamo alla zona sud dei recinti per il check degli animali. Poco dopo arriva Kevin che, non potendo fare la solita passeggiata a causa del leone selvatico ancora nei paraggi, si intrattiene con noi, entrando nei vari recinti con i leoni, mentre risponde alle nostre domande.

dscn2194Incomincia entrando nel recinto di Meg e Amy e le due leonesse gli saltano letteralmente addosso per la gioia di vederlo. Quando le leonesse si sono calmate ci spiega perché i suoi leoni, essendo nati in cattività, vivono ancora così. E perché purtroppo dovranno passare il resto della loro vita in tale stato. Ci sono almeno un paio di ragioni per le quali non possono essere lasciati liberi.

La prima di queste ragioni è che la riserva è molto piccola e non potrebbe sostenere così tanti predatori, non ci sarebbe da mangiare per tutti. Attualmente ci sono quattro o cinque leoni selvatici che girano liberi per la riserva e bene o male riescono a sopravvivere. Liberare un’altra trentina di leoni, quattro leopardi e una ventina di iene sarebbe troppo, la maggior parte di questi, se non quasi tutti, morirebbe di fame.

La seconda e principale ragione per cui non possono essere lasciati liberi è che essendo cresciuti in cattività non hanno imparato a cacciare e quindi, anche portati in una riserva più grande, non avrebbero alcuna possibilità di sopravvivere. Persino Meg e Amy, le due leonesse che maggiormente hanno conservato l’istinto della caccia, quando sono lasciate libere non riescono, salvo rare eccezioni, a catturare una preda. Ci sono state delle eccezioni come ad esempio Elsa, la leonessa di “Nata libera”, ma si trattava di animali molto più giovani di questi.

dscn2199Uscito dal recinto di Meg e Amy, Kevin va nel recinto di Bobcat e Gabby, in questo caso bisogna prendere qualche precauzione in più. Bobcat, il leone maschio, è molto geloso e odia gli altri esseri umani, “colpevoli” di tenere Kevin lontano da lui. Così, mentre entra, dobbiamo restare lontani dal cancello perché il leone potrebbe cercare di uscire e attaccarci. Una volta entrato, si ritrova subito con Bobcat in braccio. Il leone, affettuosissimo, sembra un gatto troppo cresciuto che ama rimanere vicino al suo padrone per farsi accarezzare. Vedendolo in questo momento non sembra per niente un animale semi-selvatico e pericoloso. La leonessa Gabby invece sembra ignorare Kevin come se non avesse voglia di vederlo.

Uscito da questo recinto passa al recinto di Vayetse, Livia e Virginia. Qui non servono le precauzioni in entrata avute con Bobcat. I tre leoni sono contentissimi di vederlo e anche loro gli saltano addosso in maniera simile a quella vista con Meg e Amy. Passato un po’ di tempo con loro e coccolatili a sufficienza, esce per entrare in quello che per oggi è l’ultimo recinto visitato. Il tempo a sua disposizione è quasi finito e tra poco deve andare via.

Entra così nel recinto di Siam, dove con lui ci sono altri quattro leoni. Siam sembra l’unico contento di vederlo, si avvicina e fa un po’ di feste, mentre gli altri quattro, tra leoni e leonesse, preferiscono rimanere sdraiati a godersi il venticello fresco.

dscn2253Qui si intrattiene un po’ di più, mentre torna a parlare dei parchi che mettono a disposizione dei turisti i cuccioli di leoni. Ci aveva già messi in guardia da questo tipo di parchi, dicendoci che, come i leoni crescono, vengono uccisi da altri turisti che si divertono a cacciarli. Questa volta entra un poco più nei dettagli. I leoni si riproducono generalmente una volta l’anno e danno alla luce da uno a quattro cuccioli. E un leone, arrivato ai tre-quattro anni di età, è in grado di riprodursi, generando altri cuccioli. Se non ci fosse qualche tipo di limitazione (ucciderli), il loro numero crescerebbe in maniera esponenziale. Ed è quello che avviene in questi parchi, come i leoni superano una certa età, vengono uccisi. Per cui, quando si va in uno di questi parchi pieni di cuccioli bisognerebbe chiedersi, da dove vengono questi cuccioli, e soprattutto, che fine faranno questi leoni tra due o tre anni?

Il problema è che tutti amano i cuccioli, ed è bellissimo giocare con un leoncino. Per cui nessuno si fa questa domanda, e la gente continua ad andare in questi parchi, continuando a contribuire a questo business che comporta l’uccisione di migliaia di leoni ogni anno. Leoni nati e allevati in cattività, con il solo scopo di compiacere i turisti, per poi essere uccisi intorno ai tre anni di età. Una vita in cattività può essere accettabile, se con i giusti spazi, l’uccisione no.

Terminato il discorso e un po’ di coccole a Siam, Kevin passa a “salutare” gli altri leoni che mostrano di gradire le attenzioni. In particolare Ishca, una leonessa bianca, si dimostra particolarmente felice. Il tempo a disposizione è terminato, esce quindi dal recinto dell’ultimo gruppo di leoni, e prima di salutarci, posa per un po’ di foto insieme a noi volontari.

dscn2272Salutato e andato via Kevin, rientriamo al campo base per il pranzo. Durante il pranzo Lozanne ci avverte che, essendo ancora senza luce, dobbiamo limitare il consumo di acqua in quanto la pompa non può prenderne altra dal pozzo. In parole povere vuol dire che finché non torna la luce, niente doccia. Fortunatamente, poco dopo la fine del pranzo, la luce torna. Questo significa che potrò fare la doccia, e al ritorno dal lavoro del pomeriggio, avrò la mia birra fredda.

Nel pomeriggio l’attività prevista è “manutenzione”. In questo caso si tratta di raccogliere delle recinzioni vicino alla zona di confine. E’ un lavoro lungo perché in questo caso la recinzione è intatta e bisogna tagliare uno ad uno i fili di ferro che legano la rete e il filo spinato ai paletti. Finito il lavoro, rientriamo.

Finalmente mi posso concedere la meritata birra fredda e doccia. Per cena “shepherd’s pie” un piatto a base di carne macinata, zucchine, piselli e altro, ricoperti da purè di patate con una crosta di formaggio. Un piatto semplice che è piaciuto tantissimo a tutti ed è stato spazzato via. In serata ricompare Aziliz, la ragazza francese andata via dieci giorni fa, ora tornata per passare qui un altro mese.

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