Welgedacht Reserve, 14 novembre
In mattinata sono previste due attività, check degli animali e testing, e preparare le casse con il cibo per domani. Lozanne chiede chi vuole rimanere per la preparazione del cibo, si propongono le due australiane, Tash la ragazza arrivata la settimana scorsa e Janet la signora arrivata questa settimana. Visto che serve anche qualcuno fisicamente un po’ più forte, Lozanne mi chiede se posso fermarmi anche io, rispondo che non ci sono problemi e mi unisco al gruppo.
Arrivato alla zona della cella di frigorifera mi viene da pensare “Mi piace l’odore di decomposizione al mattino”. Non è vero, ma la tentazione di parafrasare il film Apocalypse Now dove si dice “Mi piace l’odore del napalm al mattino” è troppo forte. Non so quale sia l’odore del napalm, ma quello di decomposizione ormai lo conosco molto bene.
Incominciamo il lavoro e Daka prende i pezzi dalla cella frigorifera e passiamo la mattinata a pesare i vari pezzi, dividendoli con coltello e accetta quando necessario e a metterli nelle casse per i rispettivi animali. Dividere un pezzo di un animale in due o tre parti non è facile, soprattutto quando devi usare l’accetta per rompere le ossa, però è divertente, tira fuori il serial killer che è in te.
Piatto forte del giorno è un cucciolo di giraffa morto misteriosamente, che nella giornata di ieri è già stato diviso nei pezzi principali. Il lavoro con l’accetta consiste per esempio nel tagliare le gambe dal ginocchio in giù, visto che la parte finale della gamba praticamente non contiene carne. E nel rompere costole e colonna vertebrale per fare pezzi più piccoli per gli animali che mangiano meno, come i leopardi, o alcune leonesse che essendo piuttosto grassottelle, devono stare a dieta. L’unico pericolo nel tagliare a pezzi un animale è quello di tagliarsi con qualche scheggia di osso, in questo caso è facilissimo prendersi una bruttissima infezione.
Terminata la preparazione delle casse con il cibo, diamo una pulita al pavimento, e poi mettiamo le casse nella cella frigorifera. Poi doccia e riposo fino all’ora di pranzo.
Dopo pranzo è prevista la raccolta di alcune recinzioni. Prima però ci fermiamo alla zona sud dei recinti, per lasciare delle recinzioni. Le recinzioni sarebbero dovute servire per fare un altro tentativo per liberare l’impala intrappolato nella zona tra i recinti e il confine della riserva. Alla fine però i ranger decidono di lasciare perdere.
Nel corso delle settimane precedenti sono stati fatti fin troppi tentativi per spingere quello stupido impala da quella zona. Gli hanno dato persino un nome, “Rambo”. Kevin aveva anche deciso di utilizzarlo come carne, e di liberare alcuni leoni perché lo catturassero. Ma i leoni si sono dimostrati troppo pigri e con poca voglia di correre dietro l’impala. Persino le due leonesse Meg e Amy, che conservano un po’ di più l’istinto della caccia, non sono riuscite a prenderlo. L’impala continua a vivere lì. Ha tutto il cibo e l’acqua che può volere, e anche lo spazio è molto ampio. L’unica cosa che gli manca è la compagnia, visto che è l’unico mammifero in quella zona.
Lasciato Rambo al suo destino di solitudine andiamo a raccogliere un altro po’ di recinzioni, paletti e filo spinato. Fa caldo, qualcuno si fa qualche graffio, ma in dieci si lavora in fretta e finiamo abbastanza presto.
Al ritorno al campo passo l’ultima parte del pomeriggio al campo base a rilassarmi con una birra.
Ci ritroviamo tutti nella zona ristoro per la cena a base di chili con carne. Piccantissimo! Quella che chiamo zona relax o zona ristoro è una grossa costruzione che si trova all’incirca al centro del campo base con una grande sala. La sala ha come entrata una grande porta a vetri scorrevole che è più o meno aperta a seconda della temperatura esterna. Dalla parte opposta all’entrata c’è la zona cucina con i fornelli, il lavandino, uno dei frigoriferi e il bancone. Seguono due tavoli da otto posti l’uno, che all’ora di pranzo o cena vengono apparecchiati con delle tovagliette di stoffa raffiguranti degli animali.
Fuori dalla sala, all’aperto c’è una piccola verandina, coperta da una tettoia, dove sono posizionati altri due tavoli più piccoli. Si può mangiare dove si vuole, in genere ci dividiamo a seconda dei gusti. Personalmente a colazione e a pranzo preferisco mangiare fuori, mi piace di più il panorama di uno spazio aperto. A cena, visto che la zona esterna non è illuminata preferisco mangiare dentro. Così posso vedere se nel mio piatto ci finisce qualche insetto. Almeno sono consapevole del fatto, quando mangio uno scarafaggio. No, scherzavo, intenzionalmente finora non ne ho mangiati.
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