Welgedacht Reserve, 23 novembre
Sveglia, doccia e colazione. Fortunatamente siamo quasi alla fine del periodo di vacanza, incomincia ad essere difficile alzarsi la mattina. Non tanto per l’orario, sono abituato a svegliarmi presto, ma perché incomincio a sentire la stanchezza di quattro settimane intense di lavoro. Comunque alle 8:00 siamo pronti per la passeggiata del sabato. Il problema è che col leone ancora nelle vicinanze, non è prudente andarsene a spasso fuori dal campo base. All’interno del campo base siamo al sicuro, la recinzione e il cancello che durante le ultime notti viene chiuso sono delle protezioni sufficienti, fuori di qui no.
Rimaniamo quindi in attesa mentre i ranger che sono con noi cercano un posto alternativo per la passeggiata. Nel frattempo porto acqua e cibo al recinto degli sciacalli che sembrano apprezzare entrambe le cose. Soprattutto l’acqua, visto che giocando avevano rovesciato la ciotola ed erano rimasti senza. L’unica cosa che mi dispiace di questi sciacalli e di non aver visto il completamento dei lavori per l’ampliamento del loro recinto. Abbiamo fatto tante cose, sistemate tante altre, ma questo lavoro dovrà essere completato dai prossimi gruppi di volontari. Pazienza. (In seguito ho visto su facebook che il recinto è stato completato qualche settimana dopo la mia partenza).
Finalmente i ranger hanno deciso dove portarci per la passeggiata, in un luogo fuori dalla riserva. Prendiamo la macchina e partiamo per raggiungere la destinazione, un luogo chiamato “blue moonlight lodge” che si trova su una collina poco distante la zona sud della riserva. Il blue moonlight lodge è una struttura turistica molto curata che in qualche modo mi ricorda i lodge di Mongena. Il panorama è differente, ma penso che il posto sia altrettanto di lusso e altrettanto costoso. Incominciamo la passeggiata, non lunghissima, ma interessante perché fatta in un paesaggio completamente diverso da quello visto fino ad ora.
La passeggiata incomincia con una salita. La salita è piuttosto lunga e molto ripida e mette in difficoltà qualcuno. Al termine della salita siamo piuttosto in alto ed in teoria si dovrebbe avere una bella veduta della vallata, purtroppo siamo circondati dagli alberi e non si vede niente a parte qualche scorcio. Da questo punto in poi la strada è in discesa, lenta e continua.
Durante la passeggiata ci fanno notare delle orme che ci dicono appartenere a dei babbuini. Ci avvertono di rimanere in guardia nel caso di un incontro con questi animali perché possono diventare aggressivi. Mi chiedo, c’è qualche animale in questo continente che non sia aggressivo? Probabilmente no.
Continuando la passeggiata faccio notare a Ian, uno dei ranger che ci accompagna, che lungo la strada ci sono dei fili metallici. Gli chiedo se li dobbiamo raccogliere, come facciamo con quelli della nostra riserva. Miracolosamente capisce la mia battuta e si mette a ridere, mentre mi risponde di no.
Al termine della discesa ci ritroviamo presso la zona dei lodge, invece che alla zona del parcheggio che avremmo dovuto raggiungere. Evidentemente, da qualche parte, abbiamo sbagliato strada. Non è un grandissimo problema, per raggiungere l’auto è necessario solo un altro breve tratto. Al ritorno al campo base, pranzo con il potjiekos avanzato da ieri sera, e pomeriggio libero.
Il temporale pomeridiano che non impedisce in serata di preparare il braai del sabato. Cena particolarmente abbondante.
In serata ci comunicano che domani dovremo preparare e dare da mangiare ai leoni e alle iene del lato nord dei recinti. Lunedì ci saranno delle riprese con i leopardi neri e non ci sarà tempo per dargli da mangiare. I leopardi domani saranno gli unici a non mangiare, mangeranno lunedì al termine delle riprese. Inoltre domani ci sarà anche un cavallo da fare a pezzi. E arrivati a questo punto, dopo che un po’ alla volta ho dato descrizioni sempre più cruente, posso descrivere come si fa a pezzi un cavallo.
Fare a pezzi un animale intero, soprattutto un cavallo, è un’operazione lunga e complicata. Lunga perché è grosso e ci vuole tempo, complicata perché si ha a che fare con un sacco di sangue e ci si sporca molto. La prima parte, relativa alle zampe è piuttosto facile e veloce. L’unica difficoltà è la pelle che è contemporaneamente dura ed elastica. Poi la carne si taglia bene e velocemente fino a quando non si raggiunge l’osso. Arrivati all’osso si gira intorno, tagliando lungo l’articolazione, e poi si rimuove tranquillamente l’arto. La zampa si mette via intera, appesa ad un gancio infilato vicino allo zoccolo tra il tendine e l’osso. Poi quando sarà data ad un leone sarà tagliata con l’accetta sopra il ginocchio per buttare via la parte inferiore.
La parte successiva, relativa a pancia e interiora è più delicata perché sono naturalmente piene di gas e possono scoppiare liberando tutto il contenuto (merda) in faccia a chi sta operando. E’ capitato. Si incomincia tagliando con attenzione la pelle a semicerchio, facendo attenzione a non bucare l’intestino. Una volta che il taglio è sufficientemente grande l’intestino fuoriesce da solo, e viene raccolto in una cassa. Si procede poi a tagliare la parte relativa a cuore e polmoni, che vengono messi nella stessa cassa. Questa è la parte che si deteriora più velocemente (e quella con l’odore più sgradevole), e per questo motivo è la prima parte che si dà ai leoni che sembrano apprezzarla in maniera particolare.
Infine rimane la parte relativa a testa, costato e schiena. Non sono a rischio ma, essendo piene di ossa, necessitano di un lungo lavoro con l’accetta. Nel caso di animali grossi, come un cavallo, il lavoro con l’accetta può essere molto lungo. Finito il lavoro, si mettono i vari pezzi all’interno della cella frigorifera e si lava il pavimento.
L’operazione è così brutta come sembra? No, sicuramente no. Se ci pensi senza averla mai fatta, probabilmente si. Una volta che la fai, no. Forse nei primi giorni ci poteva essere un leggero disagio e qualche perplessità, ma dopo un poco diventa un’operazione che si fa tranquillamente. Alla fine il fare a pezzi cavalli, mucche e altri animali per preparare il cibo ti avvicina ai leoni, iene e leopardi perché ti fa capire meglio il loro modo di vivere e le loro necessità.
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