Welgedacht Reserve, 11 novembre

dscn1252Colazione alle 7:00, prima di muoverci salutiamo Aziliz e Brenda che partono oggi. Brenda è dispiaciuta di partire, continua a dire che è contenta perché torna dalla figlia e dal nipote, ma si vede che le piacerebbe fermarsi un altro po’. Aziliz invece non è per niente dispiaciuta perché ha già programmato di tornare a fine novembre. Si allontanerà da qui solo per qualche settimana.

Alle 7:30 ci muoviamo per il check degli animali e alcuni test. Approfitto per fare alcune foto a Nikita, il leopardo nero madre di Duke e Kahn. Pur essendo un leopardo di otto-dieci anni è piuttosto piccolo come dimensioni, molto più piccolo di Coal, il maschio che divide il recinto col lei, e dei due figli che si trovano nella zona sud. Finito questo veloce check andiamo alla zona sud per alcuni test con i leoni Vayetse, Livia e Virginia e alcune iene. dscn1262I test con le iene (a macchie) ci portano ad entrare nel recinto confinante che ospita le iene a strisce. Così, mentre Natalia e i ranger sono impegnati a seguire i test, io posso camminare tranquillamente all’interno del recinto. Una delle due iene si avvicina leggermente, incuriosita per la mia presenza. Voglio fare una foto a distanza ravvicinata, quindi mi avvicino ulteriormente. Temendo di spaventarla, evito di andare direttamente verso di lei, potrebbe sentirsi minacciata. Vado quindi in una direzione che non è proprio verso di lei, ma comunque mi avvicina. La tattica funziona, non solo non scappa, ma si avvicina ulteriormente girandomi intorno. A questo punto posso tranquillamente scattare le foto alla iena che non si sente inseguita ed è a suo agio. Terminati i test torniamo alla zona nord, dove incontriamo Kevin.

dscn0292Kevin si presenta a Tash e Michael che ancora non aveva visto e saluta noi che già conosce. Vedendo i pantaloni arrotolati in alto e le due infezioni sulla mia gamba, mi chiede cosa è successo. Suscitando l’ilarità generale, come soluzione per il mio problema si offre di tagliarmi la gamba, gli rispondo che per adesso preferisco tenermela. Potrebbe ancora servirmi. Prima di andare via ci dà appuntamento a mercoledì prossimo per una passeggiata.

Pausa pranzo e poi andiamo a raccogliere del filo spinato. Il lavoro finisce prima del solito orario perché Ian deve andare velocemente all’aeroporto per prendere alcune persone il cui arrivo è in ritardo.

Nel pomeriggio-serata arrivano altre sei persone che si vanno ad aggiungere al nostro gruppo:

  • Jillian e Andrew, una coppia dagli Stati Uniti.
  • Vincent a Arnaud, due ragazzi dalla Francia.
  • Alexandra, una ragazza inglese.
  • Janet, una signora australiana.

C’è stato anche il giallo di una settima persona che non si è presentata. Si trattava di qualcuno che ha prenotato ma non ha pagato il soggiorno. Fino all’ultimo gli organizzatori sono stati in dubbio se veniva oppure no, alla fine dopo averla aspettata un po’ di tempo all’aeroporto, hanno capito che non veniva. A quanto pare, la persona che non si è presentata si chiamava Maria.

dscn0675Quando abbiamo sentito questo nome, io e Marta ci siamo guardati preoccupati e abbiamo chiesto di che nazione fosse. Spagna. Meno male, avevamo temuto che fosse italiana. In un ambiente internazionale come questo, il comportamento buono o cattivo di una persona, crea lo stereotipo di come sono tutte le persone di una data nazione, soprattutto se non sono tantissime le persone che provengono da quel posto. Considerando che qui non vengono tanti volontari dall’Italia, e che questo comportamento di prenotare e non presentarsi non mi avrebbe stupito se fatto da un italiano, con Marta siamo stati contenti che questa persona non fosse italiana.

Le altre sei persone, che invece sono venute, sono arrivate giusto in tempo per la cena. Per accogliere i nuovi arrivati, il menu del giorno prevede: “spagetti bolognese“, scritto esattamente così. Alla fine si tratta della solita pasta (sedani) (s)cotta alla maniera americana, ovvero cotta per circa mezz’ora in tre dita d’acqua. Il condimento, con un ragù al pomodoro e pieno di aglio, potrebbe anche ricordare il nostro. La cosa divertente è che tutti i lunedì mi chiedono se questo è un vero piatto italiano. Forse il condimento potrebbe anche esserlo, alla lontana, ma il metodo di cottura della pasta sicuramente no. In ogni caso, visto l’entusiasmo con cui tutte le volte presentano questo piatto (è la cena di benvenuto per i nuovi arrivati), non me la sento di togliere loro questa illusione. Dopo cena, stanchissimo, a dormire, poco prima dell’arrivo della tempesta.

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