Welgedacht Reserve, 30 ottobre

dscn0279Dopo colazione andiamo a dare da mangiare alle iene. Non sembrano così pericolose come i leoni, infatti alcuni ranger entrano nei recinti abbastanza tranquillamente. In realtà entrano utilizzando come protezione una rete metallica alta un metro e mezzo e larga due metri che utilizzano come uno scudo. Le iene sono gli unici animali con cui si può utilizzare una simile protezione. I leoni sono troppo grossi e pesanti (arrivano a pesare fino a 250kg), se vogliono la buttano giù come niente, e i leopardi sono velocissimi, se vogliono la aggirano con due salti.

Finito di dare da mangiare alle iene, il programma prevede di pitturare la “casa dei visitatori” (Visitor House), una piccola costruzione aperta su tre lati, che servirà come zona per il pranzo, e al cui interno sono già stati posizionati dei grossi tavoli con delle panche. Abbiamo due colori da utilizzare, un marroncino chiaro per l’interno, e un marrone più scuro per l’esterno.

Considerando che sono ancora senza il mio bagaglio, cerco di sporcarmi meno possibile, soprattutto le scarpe che dovrò utilizzare per il ritorno in Italia e che ieri ho già macchiato abbondantemente con il sangue dei cavalli. Nonostante tutte le precauzioni mi riempio completamente di vernice e mi sporco ulteriormente le scarpe. Perfetto.

dscn0332Mentre lavoriamo vedo in lontananza una macchina verde, un grosso land rover che finora non avevo visto, la ignoro e continuo a lavorare. La macchina arriva dove siamo noi e parcheggia, io continuo ad ignorarla e a lavorare. Ad un certo punto sento un “oohh” generale, mi viene un dubbio, che sia lui? Si, è lui, è Kevin che è venuto a trovarci. Ci presentiamo, raccontando da dove veniamo e cosa facciamo. Arrivato il mio turno mi chiede cosa ci fa una persona che lavora con i computer in un posto del genere, non lo so, me lo sto ancora chiedendo. Kevin ci informa che domani partirà per l’Australia, dove si fermerà per dieci giorni, quindi se vogliamo fare una passeggiata con i leoni, l’unico momento possibile è nel pomeriggio. Nel pomeriggio il programma prevedeva di continuare a pitturare, quindi dobbiamo decidere se continuare a pitturare o se fare la passeggiata. E’ una decisione difficile, che ci porta via un sacco di tempo, 0.5 secondi.

Ormai si è fatta ora di pranzo e rientriamo al campo base. Subito dopo pranzo carichiamo su un auto una gabbia che servirà per portare fuori i leoni. Per un attimo avevo temuto che la gabbia fosse per noi volontari. Torniamo alla zona dei recinti e passiamo un altra oretta a pitturare, poi arriva Kevin. Mentre noi aspettiamo in auto, con l’aiuto dei ranger fa uscire tre leoni dal loro recinto per farli entrare nella gabbia preparata prima, poi andiamo fuori.

Con un po’ di tristezza scopro che la passeggiata con i leoni è la SUA passeggiata, noi rimaniamo in auto e facciamo le foto. I leoni non sono abituati all’uomo, sono abituati a lui. Nessun altro si avvicina a loro, nemmeno i ranger che li vedono tutti i giorni. Peccato, mi sarebbe piaciuto esserci anche io, lì a passeggiare con i leoni.

dscn0443Prima di liberarli per la passeggiata, Kevin ci fa alcune raccomandazioni. Ci dice che libererà i leoni, e questi probabilmente ci ignoreranno. Se dovessero avvicinarsi incuriositi a noi (l’auto dove siamo è aperta), di restare calmi, non agitarci e non respirare affannosamente. Cerchiamo di evitare incidenti, i volontari sono rimpiazzabili, i leoni no, soprattutto questi tre. Poi ci guarda e ci dice, era una battuta, dovreste ridere. Non sono proprio convinto che fosse una battuta.

Libera i leoni e incomincia la passeggiata. Devo ammettere che nel momento in cui ho avuto vicino un leone, con nient’altro che un metro d’aria a separarci, l’ho provata una certa preoccupazione. Forse non ero del tutto pronto a passeggiarci insieme. La passeggiata dura circa una mezz’oretta durante la quale i leoni girano liberamente, lui gioca con loro in continuazione, dandoci modo di fare una marea di foto e video. Nonostante l’iniziale delusione di non essere sceso dall’auto è entusiasmante.

Al termine della passeggiata, fa entrare i leoni nella gabbia e ci fa scendere dall’auto. Ci dice che dovremo dargli da mangiare dei pezzetti di carne. Ci fa vedere come si fa, infilando i pezzi di carne nei buchi della rete della gabbia, tenendo la mano di piatto al di fuori, altrimenti potrebbero staccarci le dita. Quel “potrebbero” non è così teorico, i leoni sanno che stanno ricevendo qualcosa da mangiare e mordono e masticano tutto quello che viene infilato nella gabbia, senza troppe distinzioni.

dscn0396Seguendo le indicazioni, tutti quanti, a turno, diamo la carne ai leoni. E’ una sensazione strana dargli da mangiare in questo modo, bello ma leggermente preoccupante, con la bocca del leone a pochi millimetri dalla tua mano. Quando abbiamo fatto tutti quanti ci guarda e ci dice, benissimo, adesso gli diamo da mangiare tendendo il cibo con la bocca. No, scherzavo.

Infine riportiamo i leoni alla zona dei recinti. Kevin, con l’aiuto dei ranger li fa uscire dalla gabbia e rientrare nel loro recinto. Quando finalmente ha chiuso cancello del recinto, commenta ad alta voce, Ah, meno male, non è morto nessuno. Gli piace fare lo spiritoso.

La giornata è finita e rientriamo al campo base. Sulla strada del ritorno incontriamo Mandy che mi dice che il bagaglio è arrivato. Finalmente. Tornato in camera scopro che il lucchetto è stato tagliato, fortunatamente c’è tutto.

Prima di cena brindiamo col vino tra noi volontari, per festeggiare la grande giornata. Cena con pollo al curry e riso bianco. L’avrei fatto un po’ più forte, ma anche così non era male. Durante e dopo la cena tempesta con fulmini e pioggia torrenziale. Poi a dormire. Uno degli ultimi pensieri è “Grande giornata“.

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